sabato 7 dicembre 2013

Il Dwarf Quest

Venerdì è arrivata la mia copia del Dwarf Quest. Da amante di Heroquest ho avuto la fortuna di essere fra i fortunati da avere la possibilità di avere il prodotto nella prima spedizione, adesso per la seconda si dovrà attendere febbraio e non è detto che vi sarà mai una terza.
Per chi non faccia parte dei 15 fortunati che hanno prenotato è comunque possibile scaricare la versione digitale gratuita da stampare e giocare.
Posso solo dire che manuale a colori in cartoncino è veramente fantastico, quindi l’ho lasciato nel sacchetto e ho deciso che per giocare mi stampo una versione libretto su crata comune, perché non lo voglio rovinare.
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Per approfondire:
Una scatola per dominarli
Dwarf Quest
Dwarf Quest – I segreti della montagna infuocata
Dwarf Quest – L’ora X si avvicina
Rage Terrain Art Forum

venerdì 25 ottobre 2013

rage Terrain Art presenta - Dwarf Quest

Per chi avesse perso l'articolo sull'altro mio blog segnalo che a breve esce Dwarf Quest il nuovo boardgame di Rage Terrain Art. Attualmente è prevista una tiratura limitata di 15 copie (e me ne sono già prenotata una) e successive ristampe fino ad esaurimento degli stampi per fare le miniature. Il gioco è completamente a se stante ma può anche essere usato come espansione di un famosissimo boardgame fantasy.
Per tutti gli appassionati dei Boardgame sul genere di Heroquest e Descent, un gioco come Dwarf Quest può essere una simpatica aggiunta per provare qualcosa di nuovo o per espandere le partite con il proprio giocopreferito.
Per maggiori informazioni consiglio anche di visitare l’area Dwarf Quest di Rage Terrain Art
Le foto secondo me parlano da sole della qualità del prodotto finale, che pur essendo una produzione amatoriale ha un taglio decisamente professionale.

La scatola sarà nera con una sovra copertina colorata filabile come quella mostrata in figura.


Il gioco potrà essere scaricato gratuitamente in formato digitale, oppure si potrà acquistare il formato cartaceo completo di cd musicale e miniature in resina, la foto sottostante da un’idea grossomodo del contenuto della scatola

Queste sono alcune foto del manuale il cui interno a mio parere è estremamente curato.

Il libro si può dire che sia composto da tre parti:
- Le Regole vere e proprie: non dovrebbero essere particolarmente sconosciute ;) e presentano l’aggiunta di alcune varianti circa, per esempio, la ricerca delle trappole, l’ingombro, tesori, nuovi incantesimi, ecc.
Personalmente consiglio di attenersi a quelle regole, ma nulla vieta di AGGIUNGERE qualcosa da chi magari è abituato a un certo tipo di gioco e proprio non riesce a farne a meno.
Sottolineo “aggiungere” perché le avventure sono state strutturate tenendo bene a mente le regole che sono state scritte, per cui variazioni a “togliere” comporterebbero anche una bella ripassata a quelle.
In ogni caso, per chi vorrà cimentarsi nella creazione di nuovo materiale appositamente per il DwarfQuest, dovrebbe essere in preparazione una sorpresa, di cui però si parlerà eventualmente più avanti.
- Una parte del libro è dedicata al master e descrive le varie nuove trappole e i mostri. Anche questi consiglierei di usarli allo stesso modo per i motivi descritti sopra. Ce ne sono alcuni di nuovi e altri molto simili ad alcuni che già conoscete. Dico “simili” perché per esempio i Goblin sono stati resi le bestiole innocue che tutti conosciamo se presi singolarmente, ma dei mezzi flagelli se incontrati in gruppo.
Questa mi pare dunque la parte che potrebbe contenere maggiormente materiale “esportabile” al vostro gioco al di fuori del DwarfQuest.
- L’avventura “I Segreti della Montagna Infuocata”: si tratta di una serie di imprese collegate tra loro da un’unica macrotrama che si evolve avventura dopo avventura. Vorrei dire che ci siamo concentrati sulla forma narrativa ma temo sia un’esagerazione.
Sicuramente molte imprese risentiranno di come gli Eroi si sono comportati in quelle precedenti (ci sono alcune parti che vanno seguite tipo un “librogame”) e tutti i loro progressi (o sconfitte) si assommeranno fino allo scontro finale (che per l’appunto varierà in funzione di come si sarà evoluta la storia) e ai conseguenti quattro finali alternativi.
Saranno quindi presenti delle quest secondarie che però influenzeranno il corso principale del gioco.
A dare il via all’avventura sarà un’Impresa giocata dal master contro un singolo giocatore. Non è fondamentale giocarla (potete considerarla opzionale), ma diciamo che aiuta ad abituarsi a determinate meccaniche introdotte da questo regolamento.

Il gioco sarà messo in vendita alla modica cifra di 50 euro più spese di spedizione, che visti i contenuti mi pare decisamente un prezzo abbordabile. In alternativa potrete sempre scaricarlo gratuitamente, poi stamparvi i contenuti e cercarvi voi le miniature da usare, ma perché fare la fatica quando potete avere questo splendido pacchetto già rilegato?

venerdì 16 agosto 2013

Lasciadno Marieburg al suo destino…

Con il rogo di una infima locanda nella città di Marieburg per me è ufficialmente terminato il questo progetto condiviso su Blogger gestito 4 mani con Kuduk
Nei giorni precedenti avevo già steso un bilancio del progetto su Iho's Chronicles, ma devo dire che aver concluso questa storia mi da un certo senso di insoddisfazione per il fatto che personaggi con un grosso potenziale come Mjolnir e Lacrima si siano arenati al causa di divergenze di opinione all’interno del gruppo di gioco.

Conclusa questa parentesi ora torno ad occuparmi del mio personale angolino sulla rete almeno fino a che le vacanze mi lasciano del tempo libero per farlo più frequentemente del solito.

domenica 11 agosto 2013

Conclusione

Penso che la prossima persona che ucciderò sarà Osric. Volevo essere io a bruciare la taverna del Bacino Pescoso, invece, dopo aver tentato inutilmente di dissuadermi per un'ora intera dall'idea di dare fuoco alla locanda, l'inquisitore è saltato fuori con un'idea ancora più assurda:
- piuttosto che sia una donna, deve essere un sant'uomo a dare fuoco a quel nido di infamia e nefandezza-
Quanto a noi povere damigelle potevamo contribuire distraendo le guardie, per prepararci una via di fuga.
E come pensava il cacciatore di streghe che io possa diventare la mano sinistra di Dio se combatto sempre in seconda linea?
Comunque pur di vedere il Bacino Pescoso bruciare acconsentii a ricorrere alle base arti della malizia per ingannare quelle deficienti delle guardie che stavano presso la porta e aprirci la strada per l'uscita dalla città, mentre quell'infame di Osirc guidava il carro del defunto Ciacco pieno di pece a scontrarsi contro il Bacino Pescoso per dargli fuoco.

Ora cavalchiamo lontani da Marieurg su sentieri diversi, portando tutti nel cuore la paura per i sinistri presagi provenienti da quella città, solo io porto nell'animo anche il rammarico per un bellissimo vestito che potevo avere e invece non mi guadagnerò mai.
Mi porto però nel cuore la soddisfazione che da oggi almeno uno degli abbietti abitanti di quella città dannata si troverà senza il suo pane quotidiano.

Ci siamo separati da Osric che proseguirà verso Altdorf, per informare la capitale degli ultimi eventi, mentre noi cercheremo di ritrovare le tracce della crociata che, vista la sua moltitudine, non può che proseguire a rilento.

venerdì 9 agosto 2013

Ritorno dalle fogne

Marieburg, il mattino successivo
 
Mi sono lavata solo ora del lerciume accumulato in ore di peregrinazioni nelle fogne.
E’ stata l’esperienza più orrenda della mia vita. Sguazzando nella melma fra covi di mutanti e taglia gole sono arrivata fino ad un tempio sepolto sotto la città.
Il tempio era intasato anch’esso dal lerciume e portava gli orrendi simboli della mosca e delle tre pustole che indicano Nurgle, il dio della putrefazione. In quella struttura era stata rinchiusa una bestia di Nurgle. Finalmente il nano fu esaudito nel suo desiderio di trovare una morte gloriosa, poiché si sa che il dio della pestilenza è pietoso tanto con i propri seguaci che on i propri nemici.
Io Mjolnir stavamo rischiando di fare la stessa fine del nano ma per fortuna nel viaggio nelle fogne avevo recuperato un qualche marchingegno Skaven che riuscì ad avere ragione della bestiaccia sviluppando una nube di gas letale.
Oltre alla bestia immonda nel tempio abbiamo trovato anche un vecchio pazzo, che farfugliava frasi senza senso, l’unica cosa che mi fu chiara dai suoi racconti è che i cultisti di Nurgle avevano il ragazzo e ora marciavano su Altdorf alla testa di migliaia di delinquenti senza arte ne parte, il tutto mascherato come una beata processione per celebrare la nascita di un profeta.
Prima di lasciare la città i cultisti avevano però traviato la mente del capo del tempio di Sigmar e della nuova Matriarca del tempio di Shallia per cercare di nascondere le loro tracce.
Eppure c’era anche qualcun altro sulle tracce del bambino. Il pazzo parlava di chi voleva il bambino utilizzando il genere femminile, parlando di una donna le cui fauci si sono putrefatte, mentre Nurgle è una divinità maschile… c’è qualcosa di ancora più oscuro in questa vicenda di quello che appare a prima vista.
Per questa città non c’è più speranza, il culto di Sigmar è chiaramente in disgrazia e le sacerdotesse di Shallia dovranno arrangiarsi da sole ad estirpare il marcio che le corrode, per quanto mi auguro che la vecchia matriarca riesca a dimostrare il male commesso dalla donna che l’ha scacciata e fatta rinchiudere in una gabbia.
Ora mi restano solo due cose da fare, bruciare il Bacino Pescoso in voto a Sigmar e dare la caccia a questo bambino mutante, anche se sarà più difficile a dirsi che a farsi, visto che il solo avvicinarsi a lui sembra annientare la volontà di chi lo osserva.

domenica 4 agosto 2013

Il creditore

Il povero creditore era un vecchietto innocente e quindi decisi di prendere il suo medaglione e lasciarlo vivere, che Lucian Creso scoprisse che prenderlo per il naso era più semplice di quello che credeva, tanto per quando avrebbe scoperto di essere stato imbrogliato noi saremo già scappati dalla città.
Mjolnir suggerì giustamente di spargere il contenuto di un sanguinaccio sul medaglione giusto per dimostrare che lo avevamo ottenuto in una colluttazione.
Così con la benedizione di Creso ci incamminammo verso una bettola nel quartiere semiaffondato di Marieburg, dove scoprimmo che Hugo Buisman era stato trovato affogato in un canale, così per 5 corone comprammo tutti i suoi effetti.
L’unica cosa interessante fra quella paccottiglia era una mappa delle fogne. Eravamo ad un punto morto ma per quello che valeva conveniva cercare le fogne.
Io ero seccata all'idea che avrei rovinato nuovamente il mio vestito, mentre quel pazzo del nano si stava esaltando all'idea di poter trovare qualche orribile mostro nelle fogne con cui concludere gloriosamente la sua esistenza.

mercoledì 24 luglio 2013

Paranoia

Paranoici per il rischio che i sacerdoti di Manan non ci avessero creduto e ci pedinassero andammo in cerca del tirapiedi di Osric, Horst Bauer.
Dopo averci trattenuto a cena con la moglie Horst ci portò ad un luogo segreto dove ci c’incontrammo con Osric in quale ci suggerì di provare a chiedere di Hugo Buisman, la persona che aveva per prima avvisato del pericolo del culto dei mutanti.
Scoprimmo che Buisman di norma sostava al Jolly Boatman ma la non lo trovammo. Il quartiere dove si trovava quella taverna era infame oltre ogni mia immaginazione, a differenza delle pretese dei cittadini di Marieburg che la loro città non avesse dei bassifondi. (N.d.A. o meglio delle pretese del master)
Ora avevo un altro motivo per bruciare il Bacino Pescoso. Oltre ad essere un infame il taverniere mi aveva anche mentito.
Mentre cercavamo informazioni su Buisman un bambino tentò di derubarmi, ma si ritrovò a piangere con due dita spezzate per aver tentato di infilare la sua mano sotto la mia gonna e come risultato dei suoi schiamazzi una brutta vecchiaccia ci svuotò un pitale addosso.
In compenso trovammo un farabutto tileano, un tale Lucian Creso, che si offrì di aiutarci in cambio di un lavoro per lui, dovevamo uccidere un suo creditore e riportargli un medaglione come pegno, per dare un messaggio al quartiere che non si può infinocchiare Creso.

martedì 16 luglio 2013

Il tempio di Manan

L’idea iniziale era di andare direttamente da Osric, ma Mjolnir nella sua goffaggine in prossimità del tempio di Manan cadde in una delle piscine e per qualche strana follia, probabilmente instillatami dal sussurro del vento del caos, io decisi di entrare in quel luogo di vile commercio e opulenza per avvisare anche i preti di Manan della presenza di un Mutante di Stormfell fra loro.
Il risultato della mia magnanimità verso un culto imperiale al limite dalla blasfemia mi ha portato ad accertare che i Mananiti sono già completamente corrotti dal caos, ben oltre ogni possibilità di redenzione.
Il sommo sacerdote di Manan difronte all’avviso che il culto di Stormfell era ancora attivo e stava operando per tentare di distruggere la fede in Manan ci disse che quell’orrendo mutante che avevo catturato e mi aveva ridotto in coma era uno stimato membro del culto imperiale e ne domandava la restituzione. Che idiozia sarebbe mai questa??? Meglio sarebbe che la città di Marieburg si fosse distaccata dall'impero ai tempi di Magnus il Pio!
Solo il ricorso alle mie doti imparate come sguattera, ovvero la bassa menzogna e la civetteria con gli uomini, mi ha consentito di uscire dal tempio con la testa attaccata al collo. Ho dichiarando che non avevo più visto il mutante in questione da quando ero caduta in coma ed ero stata trascinata a forza lontano da quel luogo di predizione dal nano pazzo.
In 10 minuti mi ero fatta un sacco di nuovi nemici e bruciato la mia copertura, ora era rischioso contattare anche i nostri alleati, di certo non potevamo tornare al tempio di Morr per domandare aiuto.
Giuro che un giorno tornerò per uccidere questo sacerdote cane e corrotto.

sabato 6 luglio 2013

La malapietra

Fonstrider (l'elfo) ci disse che la roccaforte infestata dai mutanti da noi vistata era un tempo una fortezza degli Skaven. Se in questo luogo vi era un pozzo contaminato, quasi sicuramente ciò era dovuto a della malapietra presente nel pozzo, probabilmente parte del problema che avevamo con Conrad dipendeva anche da chi e perché ha messo la malapietra nel pozzo.
Il nano in realtà aveva già capito solo dal guardare la forma delle mura di cinta che il luogo dove avevamo incontrato gli aderenti del culto era stato un tempo eretto dagli Skaven, ma nel suo profondo odio atavico per tale razza oscena ed immonda aveva taciuto disprezzando anche il solo nominare tali creature blasfeme.
Posso in parte capire la sua rabbia e la sua furia, per delle creature che, da quel poco che ho capito dai suoi borbottii, gli hanno reso la vita un inferno sebbene in un modo che non mi è ancora ben chiaro, ma per il buon esito della nostra indagine avrebbe dovuto spiegarsi prima.
Il nano sarà anche devastante quando combatte, ma quando c’è da pensare si rivela sempre una zavorra da trascinarsi dietro.
A questo punto era il caso di cercare l’inquisitore Osric e avvisarlo della scoperta fatta riguardo al mutante.

mercoledì 12 giugno 2013

Un elfo odioso


Marieburg,
dopo li bagno con Mjolnir.
Quando finalmente ci fummo lavate quell’odioso dell’elfo ci accolse e ascoltò il nostro rapporto sulle origini di Conrad. Fonstrider ci disse che il Jolly Boatman era una taverna presente nel quartiere affondato, la parte più malfamata della città. E io ho anche creduto a quell’idiota del taverniere sul fatto che non esistesse a Marieburg un quartiere malfamato (N.d.a. se poi si scopre che il master vuole tenere lontani i giocatori da un luogo perché è un plot point bisognerebbe inventarsi una scusa migliore) o una gilda dei ladri. Solo per la sua stupidità quell’uomo merita che io e il Nano diamo fuoco alla sua taverna.
L’elfo mi disse che il vestito per me era pronto, ma per ora non era il caso di prenderlo se dovevo recarmi nel bassifondi a cercare Hugo Buisman.

Lacrima

lunedì 3 giugno 2013

Un bagno in compagnia

Nella stalla della locanda elfica, mentre mi lavavo nell'abbeveratoio per i cavalli, ho visto per la prima volta la Mjolnir spogliarsi completamente e devo dire che non immaginavo che sulla sua schiena portasse il tatuaggio di un lupo che balza, che la ricopre interamente dalle spalle fino alle natiche. Decisamente la sua devozione ad Ulric è veramente notevole, se l’ha portata a volerla incidere sulla propria pelle in quella maniera.
Mi spiegò che quella di tatuarsi la schiena è un'usanza fra i popoli guerrieri del Nord: una porzione di tatuaggio per ogni nemico ucciso in battaglia. Molti guerrieri completano il proprio solo dopo una vita di battaglie contro le forze demoniache, ma lei finì il suo in soli cinque anni.
Così mentre ci massaggiavamo la pelle col sapone ci siamo ritrovate a parlare del nostro triste passato, o meglio del mio soprattutto. Lei salvo qualche mugugno simpatetico per il mio odio per gli uomini non ha detto molto, ma temo che debba avere subito qualche sorta di infame violenza, anche peggiore di quelle da me subite.
La quantità di cicatrici presenti sulla pelle di quella ragazza è impressionante. Sull’avambraccio il morso di un uomo bestia, sulla coscia l’artiglio di un mutante, sulla spalla l’ustione del fuoco demoniaco… Vorrei essere una guerriera brava la metà di lei, mentre nell'unico scontro degno di nota che io abbia combattuto contro degli eretici sono stata quasi privata di un occhio.
Questo bagno è stato molto piacevole anche se in qualche modo stranamente imbarazzante. Mentre Mjolnir si asciugava, mi sono ritrovata ad ammirare le sue forme atletiche e slanciate con un occhio che mi ricorda stranamente quello con cui il priore Von Honkelnhstalff osservava il mio corpo nella penombra della sua stanza, mentre aspettava che mi avvicinassi a lui. Mi domando se nonostante la diversità delle nostre fedi non dovremmo trovare qualche punto in comune su cui andare d’accordo io e questa ragazza barbara. Ho già abbastanza nemici e devo anche sopportare un nano pazzo, almeno con Mjolnir dovrei tentare di andare più d’accordo.

giovedì 30 maggio 2013

Penitenza

Marieburg, cinque giorni dopo l'assalto alle rovine degli eretici.

Una volta lasciato il mutante al sicuro assieme a Ciacco, il nostro passo successivo fu recarci da Fonstrider il mercante elfo, per aggiornarlo sull'indagine che ci aveva chiesto di compiere. Questo non fu affatto semplice…
Ammetto che dopo una settimana passata nelle paludi, di cui tre giorni più morta che viva, dovevo essere uno spettacolo piuttosto indecente, ma certo questo non dovrebbe permettere ad un elfo pidocchioso di cacciarmi fuori dal suo negozio e costringermi a lavarmi assieme a Mjolnir nell'abbeveratoio per i cavalli di una locanda.
L’ho presa comunque come una lezione di umiltà impartitami da Sigmar, per non permettere che il mio orgoglio mi accechi. Accertato che non vi fossero in giro spioni, dopo aver piegato in bell’ordine le mie vesti, approfittai dell’occasione per inginocchiarmi ed assestarmi alcune scudisciate convinte per penitenza visto che avevo permesso che il mio aspetto diventasse così trascurato.
Mjolnir naturalmente ha subito domandato perché tale bisogno di penitenza, anzi direi che non ha compreso minimamente il senso del concetto stesso di penitenza, e dubito di poterle mai spiegare perché la mia carne ha bisogno del morso della frusta allo stesso modo in cui alcune donne sentono il bisogno dei baci di un amante.

domenica 26 maggio 2013

Ritorno a Marieburg

Marieburg, cinque giorni dopo l'assalto alle rovine degli eretici.

Entrare in città è stato più facile del previsto poiché le sentinelle sono in agitazione per la fuga di una pericolosa strega dalla piazza del tempio di Sigmar. A quanto pare gli “amici” di Osric sono riusciti a liberare Maida Widman.
Chiaramente le guardie erano preoccupate per chi usciva e non per chi entrava.
Mi recai quindi nell’unico luogo che ritenevo abbastanza sicuro per lasciare un mutante, il tempio di Morr.
Una volta arrivati al tempio di Morr riferimmo al sacerdote con cui avevo parlato la volta precedente tutto ciò che era accaduto dalla nostra ultima visita al tempio e lo pregammo di custodire il mutante in attesa che avessi la possibilità di interrogarlo ancora. Effettivamente la situazione era preoccupante.
Lasciammo Ciacco il rosso a fare la guardia al mutante, mentre noi ci recavamo al quartiere elfico.

 Lacrima.

martedì 21 maggio 2013

Stormfell

Dopo che gli ho strappato tre dita dei piedi il mutante ci ha raccontato di essere a capo del culto di Stormfell, un aspetto deviato di Manan, il dio dei mari e del commercio. Conrad era figlio di una loro adepta e volevano utilizzare il bambino per distruggere il culto di Manan. Intendevano pertanto benedirlo nel pozzo della roccaforte e allevarlo come un anatema contro la frangia pubblica del culto del dio del mare. Personalmente però ho i miei dubbi che il dio del mare benedica un pozzo in rovina nelle paludi, temo che vi sia qualche forza più oscura dietro a tale luogo.
Purtroppo (o per fortuna, ancora non mi è chiaro) il giorno della cerimonia i cacciatori di streghe interruppero il rito e il bambino non venne mai calato nel pozzo per ricevere la benedizione di Stormfell.
Venne invece preso e consegnato alle sacerdotesse di Shallya in attesa che venisse consegnato ai Sigmariti di Altdorf. Cosa che però non accadde mai per il tradimento di Lutzen.
Non so se sono l’unica a trovare profondamente ironico che se i cacciatori di streghe non fossero intervenuti probabilmente quella che ora sembra essere una spina nel fianco dell’impero sarebbe stata distrutta da un ragazzino, diventato il suo anatema. Distrutto il culto di Manan, il subbuglio successivo e la fine del commercio probabilmente avrebbero ridotto la città ad un luogo secondario nella storia dell’impero come avrebbe meritato, quale iniquo ricettacolo di vili e turpi commerci.
Il mutante ci ha inoltre detto che se vogliamo maggiori informazioni su Conrad dobbiamo cercare Hugo Buisman, lui conosce meglio di noi il ragazzo.

Ora abbiamo travestito il mutante alla meno peggio con un saio e un cappuccio di sacco. Se le guardie sono lassiste come il loro solito non dovrebbe essere di alcuna difficoltà entrare nuovamente in città.

sabato 11 maggio 2013

Un abisso di dolore.

Marieburg, tre giorni dopo.

Scrivo mentre il mio corpo è ancora un abisso di dolore e non ho recuperato completamente la vista dall’occhio sinistro. Ma dopo tre giorni di agonia non sopporto più di restare immobile, inoltre fra qualche ora torneremo in città e allora avrò troppe cose da fare.

Rinunciammo ad avanzare furtivamente fra le rovine preferendo spacciarci per dei viaggiatori dispersi in cerca di ospitalità… Io provai anche a trattenere l’odio atavico che nutro per simile feccia immonda, completamente corrotta dal caos, ma sbagliai nel credere che fossi di fronte a dei servitori di Slaanesh, mentre erano creature devote a Stormfell.
Appena i mutanti capirono che mentivamo la cosa degenerò e presto fummo tutti con le armi in mano.
Io attaccai il loro capo per tentare di stordirlo mentre Mjolnir e Ciacco cercavano di trattenere la feccia mutante e i loro compagni umani.
Io riuscii ad atterrare il mutante e legarlo alla meno peggio. Ciacco direbbe per pura fortuna, io direi invece perché Sigmar mi da il dono di riuscire a vedere alcune cose prima che accadano.
Purtroppo mentre io cercavo di fare un prigioniero Mjolnir cadde atterrata da uno dei mutanti, con una gamba maciullata da una chela e io dovetti correre ad aiutarla.
Purtroppo neppure tutta la mia dote di preveggenza può nulla per il fatto che io non sia brava a maneggiare una spada e presto raggiunsi Mjolnir nell’oblio con una terribile ferita al volto.
Quando finalmente rinvenni mi trovavo sulla barca di Jekil. Il nano era riuscito da solo ad uccidere anche gli ultimi due mutanti e poi si era fatto aiutare da Jekil per trascinare me, Mjolnir e il nostro prigioniero fino alla nave.

Ora mi trovo a casa di Jekil Sulfmund e sto soppesando le mie prossime mosse, appena posso devo assolutamente farmi dare qualche lezione di spada da Osric. (N.d.A. in pratica farmi spiegare meglio le opzioni di combattimento)
Prima di partire però intendo provare sul mio prigioniero le tenaglie che avevo comprato al mercato ancora una settimana fa. Magari con qualche dito in meno diventa più propenso a collaborare.

Lacrima.

sabato 4 maggio 2013

Cultisti e rovine

Paludi di marieburg,
sto perdendo il conto del passare del tempo...
 
Finalmente dopo tre giorni a navigare nelle paludi, passati a tentare di tenere distanti i tafani e a temere che si presentasse la cosa che ha divorato il possessore della barca che abbiamo travato nelle rovine, arrivammo nei pressi delle antiche rovine con tre torri di cui ci aveva parlato Osric.
Jekil rimase a guardia della barca mentre io, Mjolnir e Ciacco proseguimmo verso le rovine.
La rovina sembra infestata di mutanti. Ho visto due uomini di ronda che avevano delle chele al posto delle braccia, quindi credo di trovarmi di fronte ad un culto di Slaneesh.
Fortuna che ci avevano assicurato che le rovine dovevano essere vuote.
Dovevamo cercare di avanzare con discrezione ed evitare se possibile uno scontro diretto. Come se fosse possibile ignorare la blasfemia che avevamo davanti agli occhi. Per motivi molto diversi pareva che nessuno di noi tre avesse amore per le abominazioni mutate.

Lacrima

martedì 30 aprile 2013

Presagi inquietanti

E’ già passato un giorno e fino a quando non abbiamo incontrato la barca il viaggio era trascorso tranquillamente.
Avevo provveduto ad usare con parsimonia l’essenza di geranio tamponandomi con il fazzolettino che mi aveva donato l’elfo, mentre l’avevo cosparsa abbondantemente su Mjolnir che finalmente puzzava di selvatico un po’ meno del solito. Avevo inoltre acceso una delle candele dell’elfo e fino ad ora gli insetti ci avevano lasciato cortesemente in pace.
Poi trovammo la barca arenata su di un atollo fangoso e decidemmo di esplorarla.
La barchetta, grande più o meno come la nostra, era vuota salvo per alcuni sacchi di provviste e pareva essere li solo da un paio di giorni.
Chi mai avrebbe abbandonato una barca ancora buona nel mezzo della palude?
La risposta si trovava sepolta sotto una coperta a prua dove trovammo i resti smozzicati di una gamba umana, probabilmente quello che restava del proprietario dell’imbarcazione.

Lacrima.

giovedì 25 aprile 2013

Il barcaiolo delle paludi

Il mattino successivo, dopo aver cambiato le fasciature all’inquisitore Osric iniziammo la ricerca di Jekil Sulfmund.
Bastò civettare un poco con alcune comari per farci indicare esattamente quale fosse la casa di Jekil nel quartiere appena oltre le porte della città.
Jekil Sulfmund abitava in un quartiere di case di legno dai tetti di paglia che si trovava appena al di fuori di Marieburg e sarebbe stato anche un luogo carino se non si fosse trovato proprio ai margini delle paludi.
Le comari mi avevano informato con dovizia di particolari, immagino molti dei quali inventati, su quanto quell’uomo fosse un barcaiolo estremamente infido e disonesto, pertanto arrivai da lui minacciosa e preparata ad infondere in lui ogni sacro terrore di Sigmar in nome della mia causa.
Fra urla, anatemi e imprecazioni riuscii a spuntare solo 6 scellini d’argento per il viaggio e in aggiunta ricevetti anche una guida alla sopravvivenza nelle paludi.
Dopo che il barcaiolo si fu assicurato che avessimo cibo e acqua a sufficienza per la spedizione iniziò a scortarci verso le paludi. Ci comunicò un piccolo dettaglio che Osric aveva omesso:
Sarebbero stati necessari tre giorni per arrivare al luogo dove il barcaiolo aveva condotto Osric 7 anni fa.

mercoledì 24 aprile 2013

portare ordine nella vita di un nano

Marieburg, pomeriggio.
 
Quando arrivammo dal fabbro dove lavorava Ciacco scoprimmo che il Nano si stava già scavano la fossa da solo. Il fabbro lo stava insultando per un lavoro di pessima lavorazione del ferro che avrebbe dovuto essere una ringhiera, ma pareva più una deforme progenie del caos nata dal metallo.
Così quando informai il fabbro che ero venuta a recuperare il nano per dargli la giusta punizione che un eretico, un bestemmiatore e un infame come lui merita egli fu più che lieto di cacciare quel nuovo apprendista senza dovergli pagare alcunché di salario.

Dal canto suo Ciacco invece era molto triste e arrabbiato perché lo avevamo prelevato per ora di pranzo quando per tutto il pomeriggio non avevamo nulla da fare salvo comprare un po’ di cibo per il viaggio.
La prossima volta il nano impara ad aiutare due povere ragazze nella loro indagine invece di andare in giro a bighellonare o cercare di far soldi che dir si voglia.
 
Lacrima

martedì 23 aprile 2013

In cerca di ricompense


Marieburg, pomeriggio.

Il viaggio nel quartiere elfo fu molto proficuo (N.d.A. per quanto nel racconto questa parte sia stata glissata l’interpretazione è stato un vero spasso), ora sono in possesso oltre che di una corazza in cuoio, cedutami come anticipo per i servigi resi al commerciante di stoffe del quartiere elfico, anche di un profumo al geranio e di un fazzoletto di seta oltre ad alcune candele di citronella che dovrebbero essermi molto utili per evitare le attenzioni degli sgraditi insetti delle paludi.
La cosa importante è comunque che ora sono in possesso di una lettera del tempio di Sigmar (scritta di suo pugno dall’elfo) con la quale Ciacco il Rosso viene additato come un impenitente bestemmiatore e con essa saldamente in mano sto per andare a fare giustizia.
Questo dovrebbe essere sufficiente a rovinare al nano la carriera di fabbro per sempre, per il suo bene oltre che per il nostro sarebbe ora che Ciacco capisse che se davvero è deluso al punto di ritenere di non poter più continuare la sua vita passata allora non deve poi cercare sempre di ritrovare una parvenza di normalità, sarebbe ora invece che ci desse una mano a capire quale minaccia si nasconde dietro a Conrad il ragazzo prodigio e possibilmente anche farsi ammazzare in fretta mentre ci aiuta. (N.d.A. mi mette tristezza uno sventratore che decide di provare a rifarsi una vita facendo il fabbro)
Il mercante di vestiti elfo potrebbe anche starmi simpatico se solo non avesse proposto di spruzzare sopra la lettera che gli ho chiesto di falsificare del profumo.
Lacrima

lunedì 22 aprile 2013

Osric ferito


Marieburg, pomeriggio.

Mentre l’uomo cercava inutilmente e stupidamente di sottrarsi alle mie amorevoli cure, a suo dire avrei dovuto lasciarlo andare al creatore piuttosto che costringerlo a continuare una vita di tradimenti e ingiurie, trovò comunque il fiato per raccontarci gli accadimenti degli ultimi giorni.
Oltre a ciò che già sapevo venne fuori che Helmut, il priore del tempio di Sigmar, lo aveva accusato pubblicamente di essere un criminale per non aver voluto riconoscere l’autenticità di Conrad quale prescelto e lo aveva fatto aggredire accusandolo di aver attentato alla vita del ragazzo, un piccolo dettaglio che per quanto trascurabile era in effetti vero.
Conrad neonato era stato recuperato da Osric mentre tentava di fermare un rito di alcuni Cultisti del caos che volevano offrirlo al loro dio blasfemo. Lo scontro era avvenuto in alcune rovine fra le paludi a nord e Osric era convinto di aver salvato una vittima sacrificale e lo aveva affidato in custodia temporaneamente al tempio di Shallya. La cosa per lui era finita li e non aveva mai appreso che il bambino non era mai stato riconsegnato ai Sigmariti dopo lo svezzamento.
Solo di recente aveva scoperto la verità sul ragazzo e di come fosse in grado di sviare le menti delle persone grazie ai suoi poteri perniciosi.
Lo aggiornammo quindi sugli ultimi dettagli riguardanti Maida Widman e e ci disse che anche se Lutzen e Helmut dovevano pagare per i misfatti commessi, avremmo dovuto andarci senza eccessivo zelo per evitare ulteriori tensioni fra la città di Marieburg e il resto dell’impero. Un nodo un pelino troppo stretto di una fasciatura diede la misura di tutto il mio disappunto.
Prima che ci accomiatassimo Osric lasciò una pistola al cacciatore di streghe e ci consigliò di cercare Jekil Sulfmund, l’uomo che sette anni fa lo aveva accompagnato alle rovine e farci guidare fin la, forse, in quel luogo che a suo tempo non era stato esplorato nella troppa fretta di estirpare il culto, si nascondeva anche qualche risposta alla strana origine di Conrad.
Lasciai Osric promettendo che la sera sarei tornata a medicargli le fasciature, cosa che lui non accolse con la riconoscenza che mi sarei aspettata. Il cacciatore di streghe che ci aveva accompagnato decise di restare con Osric e ci consigliò di andare dall’elfo a raccontargli quello che sappiamo, forse lui può esserci d’aiuto dandoci qualcosa che serva nelle paludi.
Lacrima

domenica 21 aprile 2013

Il dreaming lotus


Marieburg, metà mattino

Una volta ricongiunti con il cacciatore di streghe ci recammo al Dreaming Lotus, dove dovemmo insistere parecchio per entrare sebbene avessimo un lasciapassare, il luogo doveva avere una reputazione peggiore di quella che ero stata portata a immaginare.
Dentro il Dreaming Lotus vi era un fastidioso arabo che continuò a seccare Mjolnir credendosi un gran fusto (N.d.A. piuttosto era il master ad essere veramente fastidioso) mentre cercavamo di ottenere indicazioni da una cameriera.
Ho così scoperto che anche una semplice indicazione al Dreaming Lotus costa almeno uno scellino d’argento. Il locale era inoltre saturo del fumo dell’oppio e di chissà quali altre sostanze diaboli che annebbiavano il cervello. Io purtroppo stono stata obbligata a farne uso in passato mentre venivo presa contro il mio volere e in parte ne sono assuefatta ma per Mjolnir l’esperienza fu nuova e cominciò ad ondeggiare come ubriaca.
Non potevo lasciare la mia accompagnatrice in quello stato così le rifilai un pizzicotto all’altezza della clavicola dove si trova un nervo molto sensibile facendola subito rinsavire. Poco dopo un trattamento simile venne riservato al polso di un avventore strafatto che allungò troppo le mani nella mia direzione (N.d.A. lo confesso adoro quando riesco a superare i test di torturare.)
Alla fine evitando i palpeggiamenti troppo arditi e gli ubriachi distesi sul terreno riuscimmo ad arrivare ad una scaletta che dava ai privè, in uno di questi giaceva un uomo ferito e sporco che aspirava faticosamente il contenuto di un narghilè. L’uomo pareva alquanto alticcio e farfugliò stancamente di essere lui Osric il cacciatore di streghe e di quanto poco ora gli interessasse la vita.
I suo seguaci potevano anche essere fedeli ma non capivano assolutamente nulla di medicina. Non si può pensare che lasciando un uomo accoltellato in balia di se stesso a farsi di strane droghe questo possa riprendersi dalle proprie ferite.
Così fra le imprecazioni e le urla di dolore dell’uomo cominciai a prendermi cura appropriatamente delle sue ferite. E che diamine un po’ di dolore per la gloria di Sigmar dovrebbe essere solo segno di compiacimento e non essere accolto dalle proteste.
Comunque feci portare dell’acqua calda, forse un po’ troppo calda in effetti, per lavare le ferite dell’uomo e gli misi dei nuovi bendaggi puliti, fasciati molto più stretti dei precedenti. Applicai inoltre un cataplasma per cercare di fermare l’emorragia.
Pagai inoltre una moneta d’oro extra alla cameriera per assicurarmi che si prendesse cura dell’uomo in ogni modo che ritenesse opportuno anche dopo la fine della mia visita in quel luogo di perdizione.
Lacrima

sabato 20 aprile 2013

I bravacci dei vicoli

Marieburg, il giorno successivo…

Il mattino dopo io e il cacciatore di streghe decidemmo di partire alla ricerca di Osric, Mjolnir nonostante la poca simpatia che nutre per me ha comunque deciso di accompagnarmi. Ciacco Rosso invece come al solito è stato un infame e invece di darci una mano è andato a lavorare ancora dal fabbro nonostante i pessimi risultati ottenuti ieri. (N.d.A. fortuna che su facebook avevamo concordato che era meglio non dividerci) Non lo capisco proprio quel nano. Uno sventratore dovrebbe essere propenso al rischio e all’avventura nel continuo tentativo di porre fine eroicamente alla propria esistenza.
Una volta trovato Osric dovrò mettermi d’impegno per punire quel nano e fargli capire che deve smetterla di condurre un’esistenza pacifica per dedicarsi a quello che dovrebbe essere il suo unico scopo nella vita, porre termine alla sua esistenza ammazzando un troll.
Mentre il cacciatore cercava al mercato noi provammo a domandare nei vicoli del quartiere. A quanto sembra le nostere domande ebbero qualche dose di successo perché attirarono su di noi una dozzina di bravacci di strada che erano più propensi a menare le mani che a parlamentare.
Comunque il fatto che fossimo povere ragazze indifese, o meglio che io lo fossi, Mjolnir con il suo martello a due mani e un metro e 78 di altezza non pareva assolutamente indifesa, ci permise di riuscire a discutere comunque con quegli uomini.
Venimmo così a sapere che loro erano i gregari di Osric e lo stavano proteggendo perché i Sigmariti della città lo avevano attaccato affermando che era un assassino prezzolato mandato ad uccidere il prescelto di Sigmar.
Osric era stato ferito e si trovava al Dreaming Lotus. Non voglio neanche immaginare di cosa si commerci in un locale chiamato come una varietà di loto nero. Mentre quegli uomini ci guidavano verso tale locale, prima di riprendere la loro copertura di sfaccendati al mercato, raccontai loro della badessa di Shallya e dell’ingiusto trattamento che aveva ricevuto lasciandola a morire di fame in una gabbia e li pregai di provare ad aiutarla. Avevo lasciato alla donna un minimo di acqua e cibo perché tirasse avanti ancora per un po’ ma se non si trovava una soluzione in fretta la sacerdotessa sarebbe morta di inedia mente una volta libera la donna poteva essere una preziosa alleata per la nostra causa.
Lacrima

giovedì 18 aprile 2013

Riflessioni a tarda notte


Marieburg, tarda notte, due giorni prima dell’acquisto del mio vestito…
Sulla via del ritorno venimmo attaccati da degli ignobili halfling che mi sorpresero facendo leva sulla mia titubanza ad aggredire i semplici monellacci di strada per cui si spacciavano. Quando li ebbi fra le grinfie spaccai di netto la testa a due di loro (in realtà uno venne ucciso da Mjiolnir o Ciacco non ricordo bene era tardi ed ero stanca) e mandai il terzo a correre a gambe levate.
Tornata alla taverna ebbi una lunga discussione con l’inquisitore mentre i miei colleghi sbronzi andavano a dormire. Dovevo tirare le fila del discorso con qualcuno che avesse un minimo di esperienza in materia, infondo io sono solo un’umile conversa che non ha raggiunto il grado di iniziata.
Conrad era stato recuperato dalle grinfie di un culto del caos e affidato alle Shallite. Queste a causa della sua influenza non l’avevano mai restituito ai cacciatori di streghe ma l’avevano nascosto. Il ragazzo era poi riapparso come un prescelto di Sigmar mostrando una cometa a due code che prima non aveva mai avuto e anche il sommo sacerdote del tempio di Sigmar era caduto sotto la sua influenza. La somma sacerdotessa del tempio di Shallya che non era caduta sotto l’influsso di Conrad era stata rimossa accusandola di stregoneria e raccontando a noi una menzogna. Rimaneva da capire il ruolo di Osric in tutto questo e perché non vi fosse stata nessuna voce di un secondo cacciatore di streghe in città.
L’inquisitore che non conosceva tutta la storia aveva creduto di dover dare la caccia ad uno stregone a piede libero. Ancora l’uomo però non sembrava fidarsi del tutto di me visto che continuò a non volermi dare il suo nome anche se acconsentì ad accompagnarmi in cerca di Osric. Ritenne inoltre che sarebbe stata una buona cosa se il giorno successivo fossimo andati a parlare anche con l’elfo.
Avevamo ormai fatto veramente tardi, ma decisi comunque di inginocchiarmi, sciogliermi dalle vesti, pregare e percuotermi con lo staffile, prima di cercare di riposare almeno un poco anche se stava per giungere l’alba (N.d.A. qualcuno per caso pensava che Lacrima rischiasse di rovinarsi un vestito fustigandosi?). Dopo gli ultimi accadimenti mi occorreva molta penitenza e preghiera per rimanere salda nelle mie disposizioni e nulla è chiarificante per la mente e l’animo umano come il feroce morso della sferza sulla pelle.
Lacrima

mercoledì 17 aprile 2013

La prigioniera nella gabbia


Marieburg, tarda notte, due giorni prima dell’acquisto del mio vestito…
Ciacco lo sventratore sarà anche un po’ duro di zucca come tutti i nani, però decisamente ha una vista estremamente acuta. Lui non ci aveva detto nulla, ma durante il percorso che ci aveva portato al tempio di Morr e che si trova vicino a quello di Sigmar aveva scorto l’ingresso posteriore al giardino del tempio e così si offrì di guidarci fino all’entrata, o meglio attraverso lo stretto vicolo che portava al giardino. Mi domando se abbia mai pensato di dedicarsi alla caccia. In effetti per il nano morire incornato da un cervo o sbranato da un orso potrebbe essere comunque un buon modo per porre fine alla sua miserabile vita.
Il sacerdote di Morr era stato fin troppo compiacente nel descrivere quello che era un campo non recintato al crocevia fra due strade che dava le spalle al tempio come un giardino. Piazzola sarebbe stato un termine più appropriato.
A centro dello spiazzo si trovava una gabbia lordata di immondizia e cibo andato a male, debolmente illuminata da una torcia.
Prima che potessimo avvicinarci la ronda decise di fare la sua comparsa ma fortunatamente si trattava di uomini ottusi e prezzolati. Mostrai loro il mio simbolo di iniziata Sigmarita e dissi che ero stata mandata a controllare la strega, i due che mi seguivano erano una scorta. Soddisfatta la guardia se ne andò e ci lasciò in pace.
Potei finalmente appropinquarmi alla gabbia in cui si trovava la strega. Pareva alquanto inoffensiva e quanto mai prossima a tirare gli ultimi. Personalmente però non avrei mai lasciato una strega a morire di stenti in una gabbia lasciandole il tempo di maledire tutta la città per quanto non abbia nulla di contrario ad una morte così atroce. Una strega doveva morire nelle fiamme per essere purificata dalla perfida influenza del caos e in fretta per non poter lanciare sortilegi che in punto di morte sono ancora più tremendi.
O Helmut, il priore del tempio di Sigmar, è ancora più stolto di quello che pensavo, o qui per l’ennesima volta da quando sono entrata in questa città mi si stanno raccontando menzogne.
Nonostante io odi essere gentile con una strega decisi di porgere un po’ d’acqua alla donna, altrimenti rischiavo di non ottenere alcuna risposta.
La donna era effettivamente Maida Widman la matriarca del tempio di Shallya e sostenne in ogni maniera di non essere una strega, arrivando alla fine a convincere anche me. Conrad era un orfano recuperato da Osric da un culto del caos. Maida Widman credeva che fosse stato riconsegnato ai Sigmariti e non pensava che il tradimento di Lutzen fosse cominciato sette anni fa. Dovendo credere alla donna, Lutzen e Helmut erano caduti vittima della stregoneria di Conrad e lo avevano incoronato erede di Sigmar mettendolo in viaggio già da una settimana assieme alla peggiore feccia di Marieburg. Maida Widman non sapeva che Osric fosse in città e convenne che era una buona idea cercarlo.
Mentre già meditavo tremenda vendetta la donna mi chiese di risparmiare gli due sventurati sciocchi che avevano causato tutto questo caos, ma per quanto mi riguarda voglio assicurarmi come minimo che girino per la città degli splendori e del commercio vestiti di sacco e con il campo coperto di cenere.
Prima di accomiatarmi dalla donna le lasciai le mie provviste e il resto dell’acqua, promettendole che saremmo tornati a riprenderla appena escogitato un modo sicuro di farla uscire dalla gabbia
Decisamente questa è una città infida e contaminata dal caos che meriterebbe di essere bruciata pietra su pietra, ma per ora dovrò accontentarmi di incendiare solo una taverna.
Lacrima

domenica 14 aprile 2013

Il tempio di Morr

Marieburg, sera, tre giorni prima dell’acquisto del mio vestito…
Dopo l’ennesima volta in cui mi annuncio in un tempio come una supplice che vorrebbe fare qualcosa per sanare il caos creato in città dai Sigmariti comincio ad avere un po’ di stizza, soprattutto perché la mia affermazione si dimostra ogni giorno più vera.
Il tempio di Morr probabilmente è un luogo splendido però non posso dire di averne visto che una minima parte mentre vagavamo nei corridoi immersi nell’oscurità. Ciacco dal maldestro che è non riesce ad evitare di inciampare in qualche lastra non meglio identificata, forse una tomba.
Se non altro il sacerdote di Morr che ci fa da guida è un uomo comprensivo e con lui posso finalmente evitare di nascondere la mia vera fede con il timore di essere tacciata come eretica e ammettere la parte da me compiuta nella morte di Hildebrad.
Riassumo brevemente gli accadimenti del giorno precedente e la mia insoddisfazione di non aver avuto dalla Reverenda madre di Shallya alcun aiuto, alla faccia della misericordia della loro patrona, non che i miei dubbi sulla morte per infarto della loro precedente madre superiora. Da quando in qua una sorella Shallita muore di malattia?
Ribadisco inoltre la mia profonda convinzione che la cometa a due code non sia un simbolo di Sigmar ma un segno demoniaco, accolta per la prima volta da quando cerco di spiegare questa verità elementare da un cenno di assenso.
Il sacerdote di Morr stranamente è molto loquace e ci spiega come effettivamente la vecchia madre del culto di Shallya non sia morta d’infarto ma bensì sia stata accusata di stregoneria e portata nel tempio di Sigmar. Deve essere stato questo fatto a creare le voci di uno stregone di cui ci parlava il cacciatore di streghe.
Riguardo a Conrad il sacerdote afferma che il modo migliore per trovare informazioni sul ragazzo è sicuramente di cercare Osric, un vecchio cacciatore di streghe che dovrebbe attualmente trovarsi in città e che sette anni fa fu il responsabile della cattura di Conrad in fasce.
Nell’accomiatarsi da noi il sacerdote è stato fin troppo amichevole e ho dovuto scostare a forza da me la sua presenza importuna.
Dopo essere uscita dal tempio mi sono accorta di avere un bigliettino in tasca, il che spiegherebbe la tanta esuberanza del sacerdote. L’uomo mi raccomandava di visitare il giardino del tempio. Beh avrebbe potuto suggerirmelo anche a voce senza abbracciarmi e palparmi le natiche.
Rimarrebbe ancora da visitare il tempio del dio del mare e del commercio, ma la quantità di oro che sarebbe necessaria per visitare il luogo mi fa dubitare della bontà di una tale visita (n.d.a. caduta di stile impressionante del master che si è lasciato subito dopo sfuggire che il tempio del dio del mare non era neppure dettagliato nell’avventura).
Lacrima

giovedì 11 aprile 2013

La sera alla taverna

Dopo essermi accomiatata dalla madre tornai alla taverna assieme con il nano, che ancora stava meditando sul modo migliore di incendiare la taverna del porto.
Ritornati finalmente incontrammo Mjolnir. Devo dire che dopo il pomeriggio passato con il nano e la suprema sacerdotessa di Shallya sono quasi contenta della vista di quella semplice per quanto rozza guerriera.
Mjolnir aveva cercato un lavoro come conciatrice senza molto successo, ma aveva invece trovato modo di esibirsi in strada come cantastorie e raccogliere alcune voci e un po’ di denaro. Ha così scoperto che Conrad, l’eletto di Sigmar, sarebbe partito nella sua crociata accompagnato da gente armata e alcuni sostengono che molti dei partecipanti potrebbero essere furfanti. Come pensavo difficilmente può venire qualcosa di buono da un branco di Marieburghesi in armi, e anche in caso contrario dubito che possano aspettarsi di essere accolti a braccia aperte ad Altdorf nel cuore dell’impero dopo lo scisma avvenuto con il precedente imperatore.
Ai miei occhi la faccenda dell’eletto diventa ogni ora che passa sempre più una truffa, dovrò parlarne con il cacciatore di streghe e con l’elfo.
Il parlare del cacciatore mi ricorda che passando un’intera giornata a cerare notizie su Conrad mi sono completamente dimenticata dell’altro problema, ovvero il fattucchiere.
Pero ora penso che aiuterò il nano a trovare una morte gloriosa nel dar fuoco a questa taverna e per il suo bene forse mi converrebbe assicurarmi che lui non sopravviva al rogo, per non rischiare che incorra ancora in più cocenti e brucianti delusioni nel corso del resto della sua breve e sfortunata vita.
Se voglio diventare la mano sinistra di Sigmar questo incendio potrebbe essere un ottimo inizio, se fosse per me metterei a ferro e fuoco questa intera città di eretici e scismatici, ma incendiare anche solo un postribolo, covo di ladri e mercanti di porto, è comunque meglio di niente.
Infine ci serve anche un piano per visitare la città di Marieburg, chiaramente mischiarsi alla folla e gironzolare a caso fino ad ora non è servito a molto, forse potrebbe essere una buona idea seguire il ragazzo, ma prima voglio attendere le mie nuove vesti.

mercoledì 10 aprile 2013

La reverenda madre Lutzen

Quando finalmente Lutzen, la madre superiora del tempio di Shallya,  si decise ad accogliermi si disse molto stupita che una discepola di Sigmar venisse al suo tempio in cerca di un consulto.
Per l’ennesima volta in questa città di miscredenti spiegai tristemente di essere un’eretica e che il mio sangue mi portava purtroppo ad agire in modi sconsiderati rispetto all’ortodossia del mio culto. La madre, da degna figlia di questa città dannata, non pareva essere dispiaciuta per la mia eresia, quasi la considerasse una benedizione rispetto all’atteggiamento del clero pusillanime.
L’incontro fu lungo e abbastanza tedioso (n.d.a. fondamentalmente perché il master si dilunga eccessivamente su dettagli noiosi e triviali). La donna mi informò fra le altr cose di cui non ero interessata che la reverenda madre precedente era morta di infarto l’anno prima, dettaglio che mi parve alquanto strano trattandosi di un tempio devoto alla dea della vita e della guarigione.
Fra i vari dettagli inutili sulla formazione del povero Conrad di cui venni inondata emerse chiaramente ancora una volta la capacità del ragazzo di farsi ben volere da tutti. Gli ulteriori dettagli forniti dalla madre mi fanno sempre più pensare a un qualche tipo di stregoneria o fattura che non a una semplice indole cortese del ragazzo, e chiaramente la madre ne era vittima.
L’orfano alla nascita non aveva nessuna cometa sul petto, questa sarebbe misteriosamente apparsa solo dopo lo scontro che aveva avuto con i cultisti di Nurgle, cultisti che nessuno aveva mai visto e che erano stati prudentemente già cremati da un pezzo.
Il fatto che si fosse difeso con un martello dall’aggressione invece era abbastanza semplice da spiegare e non pareva essere assolutamente un segno divino, Conrad era stato l’apprendista di un fabbro.
Un dettaglio strano che mi venne riferito fu che il ragazzo doveva essere affidato ai Sigmariti, ma Lutzen, che al tempo era solo una consorella, non aveva avuto il cuore di consegnarlo al culto imperiale e a metà cammino il bambino era stato riportato indietro. Volkmar non aveva tentato di rapire il ragazzo come invece raccontavano le voci di strada. Il ragazzo avrebbe dovuto essergli affidato dalle stesse sorelle quattro anni prima. Il motivo di tale decisione è morto assieme alla vecchia madre superiora un anno fa.
Lacrima

lunedì 8 aprile 2013

Il tempio di Shallya

 Cercai di trovare il tempio di Shallya nella speranza di avere delle risposte ad alcuni interrogativi emersi dall’incontro col proprietario delle bancarelle, ma come mio solito mi persi nelle viuzze di questa intricata città fluviale e invece che nel quartiere dei templi mi ritrovai al porto dove incontrai Ciacco il nano intento ad osservare una bettola. Certo un nano sventratore con la sua barba tinta di arancione non è esattamente un osservatore discreto che passa inosservato. Pare che Ciacco abbia accettato di dare fuoco a quel locale per conto del locandiere da cui pernottiamo.
Questo fatto ha fugato ogni mio dubbio sul fatto che il luogo in cui sfortunatamente mi trovo non è e non sarà mai una città onesta. Tutto sommato dallo scisma con Marieburg l’impero ha perso molto dal punto di vista economico ma ha invece perso poco, anzi pochissimo, dal punto di vista morale. Chiaramente anche questa è una punizione di Sigmar per i miei tanti peccati, ma come in tutte le altre che mi ha riservato fin ora, in essa c'è la promessa di poter fortificare il mio spirito.
Con un po’ di moine, una promessa di aiuto e la velata minaccia di rivelare i suoi loschi traffici con il locandiere convinsi Ciacco ad accompagnarmi al tempio, ma siccome non volle cedere l'arma al portinaio dell'edificio di culto, dovette aspettarmi fuori.
È ormai un’ora che attendo segregata in questa spoglia anticamera che la madre sia pronta per accogliermi e parlarmi. Nel frattempo lontano dal mio occhio vigile chissà cosa sta combinando Mjolnir…
Lacrima
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domenica 7 aprile 2013

Il venditore di reliquie

La mattina dopo il nano si è alzato di buon mattino nonostante la sbronza, pagando solo la metà del conto. Incavolata nera sono andata dal fabbro dove lavora e gli ho estorto il denaro che mancava all’oste impersonando la parte della povera ragazza circuita e imbrogliata dal nano malefico.

Dopo aver saldato il conto del taverniere con i soldi del nano io e Mjolnir torniamo al tempio e per strada facciamo domande, vengo così a sapere che sembra che Volmark fosse a conoscenza dell’esistenza del prescelto di Sigmar e lo avesse rapito temendo che potesse destabilizzare la sua carica, solo che di recente Conrad sarebbe stato liberato da dei devoti che lo avevano a cuore.
Arrivati al tempio io le la normanna ci siamo separati, io avrei lavorato come conversa e lei avrebbe cercato qualcosa nel distretto dei conciatori, mentre io mi dedicavo alla mia attività nelle cucine.
Lavorando nelle cucine del tempio sono ventura a conoscenza dell’esistenza di un venditore di reliquie del giovane Conrad. Incredibile, così pochi giorni dalla manifestazione del ragazzo e già viene trattato come un santo vivente. Pensavo che le reliquie fossero false ma mi sbagliavo ed era impressionate la quantità di persone che si trovava nei pressi della bancarella per acquistare qualcosa appartenuto al prescelto di Sigmar. Se si doveva credere alle farneticazioni dei semplici quel ragazzo aveva più seguito di quello avuto da Valten. Solo che Valten era stato un vero eroe, questo ragazzino prevedo che risulterà nel migliore dei casi stregato.
Dopo aver infuso nel proprietario della bancarella un po’ del sacro timore di Sigmar ho raccolto per la “modica cifra” di alcune corone un dente da latte, un talismano e una veste del ragazzo, la veste stracciata che aveva indossato il giorno dell’aggressione, senza testimoni e con i cadaveri convenientemente cremati, che recava inciso il simbolo di Shallya. Chiaramente era un orfano trovato abbandonato e accolto dal tempio della misericordia. Come è finito il ragazzo ad essere invischiato con i Sigmariti?

Lacrima

sabato 6 aprile 2013

Il cacciatore di streghe

La sera, mentre Mjolnir e il nano fanno a gara a chi si sbronza prima, io mi sposto ad un altro tavolo per parlare di argomenti seri con il cacciatore di streghe che è tornato alla taverna. Dalla conversazione non è emerso nulla di nuovo salvo che il ragazzo viveva nella zona. Oltre al ragazzo, il cacciatore di streghe sta cercando anche un fattucchiere e mi fa una stupida predica sul fatto che forse Hildebrad poteva essere redento dal caos... (n.d.a. mi domando se in un setting che predica “burn the witch, fear the mutant, purge the unclean” il master conosca bene il B.G.).
E pensare che io avevo parlato della sorte di Hildebrad solo perché volevo acquisire maggiore rispetto ai suoi occhi. E pensare che sebbene ormai il tocco di un uomo mi da solo ribrezzo mi ero addirittura sbottonata un bottone in più della camicetta per mettere in mostra il mio décolleté a suo beneficio.
Decisamente incontro sempre uomini pusillanimi che non prendono l'importanza di avere una fede salda ed inflessibile ne prendono la minaccia del caos abbastanza seriamente.
Per ora ho evitato di dire a quell'uomo che l’elfo con cui ava parlato alcuni giorni prima ci ha dato un lavoro, le mie precedenti esperienze con simili individui mi suggeriscono che meno si racconta loro e meglio è.
Dopo questa conversazione mi sono ritirata in camera per dare seguito al mio proposito di lavarmi e passare il sale sulle escoriazioni delle frustate, come penitenza per la frivolezza dimostrata quest’oggi.
L’esperienza è stata estremamente dolorosa, ma purificante per il mio spirito e mi assicura che le escoriazioni guariranno senza suppurare o fare infezione.
Poi sono andata a dormire in pace, senza attendere che Mjolnir con cui avrei condiviso la stanza lasciasse la sua gara di bevute. Che donna farebbe mai a gara ad ubriacarsi con un nano?
Lacrima

lunedì 1 aprile 2013

Il Bacino Pescoso

Lasciato il mercato elfico con un abito nuovo e pulito, mi sono messa alla ricerca del nano. Per quanto un pazzo che non si separa mai dalla sua ascia a due mani, alto un metro e mezzo, con la testa pelata, la barba e i pochi capelli rimasti tinti di arancione dovrebbe risaltare sembra che tutti gli abitanti così prodighi di informazioni sul migliore negozio di abiti della città non si interessino minimamente se passa in mezzo a loro uno scherzo della natura con la barba tinta.
Nel lungo cammino per ritrovare il nano (n.d.a ovvero il lungo periodo in tempo reale fra la scena con me e Mjolnir e quella dove il nano cercava un lavoro e poi restava da solo alla locanda) io le la guerriera abbiamo finito per parlare a lungo, per saturare la noia, per quanto lei non sia molto ciarliera e preferisca fare domande prive di senso su cose che dovrebbero essere ovvie, come:
“perché non hai ucciso subito chi ti ha oltraggiato?”
“perché minacci tutti quelli che non hanno paura di te?”
“perché ti fai frustare se non ha commesso alcun crimine?”
Nonostante il poco di nuovo che ho saputo di lei mi è chiaro che in realtà nel profondo entrambe condividiamo grandi oltraggi che sono stati compiuti sul nostro corpo perché siamo donne, perché vogliamo avere le nostre convinzioni.
Alla fine abbiamo trovato il nano alla taverna del “Bacino Pescoso”. Lì lo sventratore ha visto il cacciatore di streghe di cui ci parlava il mercante elfo ma non ci ha parlato, preferendo cercarsi un lavoro come fabbro, quindi non ha per noi alcuna informazione utile. Non sono convinta che per lui sia una buona idea attaccarsi ancora alla vita mondana. Ho sempre sentito dire che uno sventratore dovrebbe andare in cerca di guai, non fingere di poter vivere ancora una vita normale.
Per il giorno dopo abbiamo pianificato di mescolarci alla popolazione locale per vedere se raccogliamo qualche voce interessante.
Prese le decisioni del caso, vista la fatica per trovare il nano vado a dire al taverniere che metta tutto sul conto del tappo e che si sbrighi a portarci il pasto.
Lacrima

domenica 31 marzo 2013

Gli elfi di Marieburg

Entrare al mercato degli elfi non è stato difficoltoso. Ma anche in stagione di saldi l’abito che io desidero risulta estremamente costoso così come la tunica che vuole Mjolnir. Anche se il mercato è elfico l’impiegata è un’umana e sono andata avanti a lungo a tirare sul prezzo con esiti non molto favorevoli (n.d.a. e ci credo visto che non posso prendermi mercanteggiare per almeno altri 1200 xp perché il master non applica le regole ufficiali come già accennato qui).
Ormai mi ero rassegnata a pagare il dovuto quando veniamo chiamate nel retrobottega per parlare con il titolare. Questi è disposto a darci gli abiti gratis e pagarci se possiamo dargli informazioni sul prescelto di Sigmar. Se poi lo seguiamo sono disponibili anche più soldi. Pare che anche un cacciatore di streghe cerchi informazioni su quell’uomo, era passato nei giorni precedenti chiedendo anche di un fattucchiere. Nuovamente la mia schiena è stata percorsa da brividi, un misto di paura e anticipazione. Chiaramente avevo ragione sul mestiere dell’uomo che avevo visto alle porte della città e aveva fatto cenno di avermi notato.
La curiosità di un elfo per le cose degli uomini è sempre inquietante, non so se la minaccia del caos da sola basti a spiegarle.
Comunque siamo a corto di soldi in una città che si muove solo attorno al denaro, quindi un lavoro fa comodo. Poi forse mi servirebbe anche un’armatura se non voglio rischiare di finire male nel prossimo scontro.
Il mercante elfo ci accenna anche che la pelliccia di lupo bianco potrebbe essere magica e si perde in un mondo tutto suo fatto di conti sul numero di pelli recuperabili e rivendibili. Forse l’elfo ignora che per i devoti di Ulric l’unica persona che può indossare una pelle di un lupo è chi lo ha ucciso con le sue mani. Se mettesse in pratica i suoi piani temo che gli inviati di questa spedizione commerciale si ritroverebbero la testa impalata su una picca.
Lacrima

sabato 30 marzo 2013

La fustigazione

Ogni singolo colpo della frusta è stato un’esperienza lancinante, mentre lo sentivo irritare la pelle e in seguito lacerarla e affondare nelle carni. Ho cercato di trattenere le grida e i singulti, ma come al solito prima del termine, nonostante si trattasse solo di trenta frustate, ero gemente e piangente accasciata contro il palo a cui ero stata legata. Ancora non sono così forte e determinata come vorrei essere e le mie lacrime dovrebbero essere di rabbia e non di supplica perchè il tormento finisca.
Ma ogni gemito e urlo è una liberazione, ogni lacrima e ogni stilla di sangue purga della contaminazione interiore ed è una purificazione. Perciò accetto il dolore affinché mi purifichi e fortifichi sempre maggiormente.
Con l’arrivo del dolore è tornata anche la determinazione nel procedere nel mio cammino, la conferma di aver compiuto la cosa giusta nel privare Hildebrad della sua vita per non destinarlo a restare un burattino del caos.
Ora il mio corpo brucia di un fuoco che sembra inestinguibile, il dolore della fustigazione è lancinante, ma questa sera probabilmente sarà attenuato da una tinozza ed un bagno caldo. A volte ho paura di lavarmi troppo e temo che questo a lungo andare mi farà male, ma una tinozza di acqua calda è uno dei pochi piaceri che mi concedo. Va bene sono un po’ insincera perchè onestamente ci sono le vesti, i gioielli e le collane, ma tutto questo nella mia attuale situazione mi è negato. Forse questa sera aggiungerò del sale all’acqua del catino per punirmi dell’indulgenza che mi concedo e della pusillanimità nel voler negare le mie vanità. Sempre che quel nano abbia nel frattempo trovato una taverna in cui abbiano un catino per lavarsi.
Alla fine purificata e rinfrancata nello spirito per quanto ora prostrata nel corpo sono tornata dal patriarca per domandare notizie sull’anello di Sant’Horst. Il suo ritrovamento confermerebbe la mia intenzione di servire Sigmar nel cammino della della retribuzione dei malvagi a qualsiasi costo, ma il Patriarca non conosceva nulla di tale anello.
Ho rifiutato la generosa offerta di restare a dormire al tempio di Sigmar, preferendo restare alla locanda per tenere d’occhio Mjolnir e il nano, decidendo comunque di servire al tempio dal mattino successivo come conversa.
Dopo aver spettegolato con le ancelle del tempio per cercare di socializzare un po’ ho saputo che per degli abiti nuovi ci sono i saldi al mercato elfico. Ero tentata di comprarmi qualcosa sulla bancarella più vicina, ma è impressionante la quantità di gente impicciona che c’è nella città del commercio pronta a consigliare ad una bella ragazza di andare a fare spese al mercato degli elfi (N.d.A. un pessimo esempio di railroading da parte del master).
Lacrima

martedì 26 marzo 2013

Finale con botto!!!



Middleheim, città maledetta, che resistesti alla liberazione caotica! Middelheim, città corruttrice che inducesti il vicario inviato da Korne al tradimento degli Dei! Middelheim, eccoci qui da te, per portare la purezza del Caos.

Giunti in città nottetempo, ci dirigemmo immediatamente alla casa del vicario, che le mie visioni avevano chiaramente indicato come il luogo dove colui che avremmo dovuto uccidere si preparava ad un rito sacrificale che avrebbe evocato un demone maggiore contro il volere degli Dei. Il nostro piano era semplice ed efficace: uccidere lui e tutti coloro che avremmo trovato nella casa.
Sfortunatamente, incontrammo degli imprevisti.

Ci introducemmo direttamente nel cortile della villa attraverso la rete fognaria, e ci dividemmo: mio fratello e l'elfo oscuro che avevamo aggregato nel viaggio planarono sul tetto, mentre io, von Baracca e Ulrich preferimmo entrare dal piano terra. Qui, qualcuno ci aveva preceduto: era un gruppo di avventurieri imperiali.
Ciò non avrebbe cambiato il nostro piano (uccidere tutti), senonché, appena Ulrich entrò nella stanza nella quale si trovavano questi figuri sfondando un muro divisorio, una donna, una maga della luce (e pertanto poco affidabile) lo apostrofò chiamandolo “fratello!”. I due si misero a parlare, ed io e von Baracca preferimmo temporeggiare, mentre la maga teneva a bada i suoi, salvo un prete sigmarita invasato che si lanciò contro Ulrich gridando e mulinando il martello che ammaccò la corazza del nostro compagno. Un colpo di Ulrich, comunque, calmò anche lui.
Mentre i due fratelli ritrovati discutevano di questioni familiari (ad esempio, venne fuori che la bambina in procinto di essere sacrificata era la nipote di Ulrich, e ad officiare il rito avrebbe provveduto una terza sorella), dal sotterraneo cominciò a venire fuori una nenia inquietante. Quasi contemporaneamente, alla porta comparve un ragno gigante: stavamo per attaccarlo, quando ci accorgemmo che era controllato da mio fratello, che veniva trasportato in stato di incoscienza dall'elfo oscuro.
Ciò scatenò ulteriori discussioni, anche perché fra i nostri interlocutori c'era una cacciatrice di elfi oscuri, e nel frattempo la maga della luce si era messa a familiarizzare con i tre mastini del Caos del fratello Ulrich: Strage, Sterminio e Sofferenza. Quasi un bel quadretto familiare, anche se i compari della maga sembravano un po' turbati dal fatto che la loro leader avesse un fratello mutato e una sorella che voleva sacrificare la figlia a Korne.
Ad un certo punto, decisi di rompere gli indugi:
“Sentite, facciamo così. Ora andiamo di sotto, massacriamo tutti e poi ci meniamo fra di noi”, proposi, e mi avviai deciso verso il sotterraneo, sperando che gli altri mi seguissero: gli Dei mi avevano dato il compito di interrompere il rito e l'avrei fatto, o sarei morto nel tentativo. E poi non ho mai capito chi si attarda a parlare quando può massacrare: la gente è strana!
Tutti mi seguirono.

Sotto, il rito era in pieno svolgimento: c'erano un sacerdote che stava tatuando la bimba, una decina di cultisti, il vicario e la sorella di Ulrich. Per inciso, il sacerdote era l'ex promesso sposo della maga della luce, che cominciava quasi a diventare simpatica, date le frequentazioni e le parentele. Tutti costoro continuarono ad esserci per un tempo molto breve: una raffica di proiettili magici, colpi di arma menati da braccia possenti li sbaragliò nel volgere di pochi minuti. Non appena fu chiaro che essi non potevano resisterci, cominciarono a volare coltelli e frecce anche fra di noi, per poi sfociare in aperti corpo a corpo.
Ma per noi non erano finite le sorprese: mio fratello, sempre inerte nello sforzo di controllare il ragno, fu ucciso da un fulmine globulare.
Chi aveva osato? Nessuno dei nostri nemici aveva lanciato incantesimi. Improvvisamente, da una colonna abbattuta durante uno scontro, comparve... NOSTRA MADRE.
Ma era lei? La mamma è sempre la mamma (anche se sei un essere del caos), e non dovrebbe trucidare i figli inermi: dovrebbe quanto meno affrontarli a viso aperto. Esitai, lo ammetto, ma stavo per contrattaccare, quando la luce venne meno e la stanza piombò nella più totale oscurità. Intravidi soltanto una miccia che si consumava, e non pensai ad altro che alla fuga. Ero appena uscito dalla casa, quando il boato la fece crollare. Ulrich, mio fratello e molti dei nostri alleati-avversari erano rimasti là sotto.
Non saprò mai chi aveva provocato l'esplosione.
La missione affidataci dagli Dei era compiuta, ma a quale prezzo!


domenica 24 marzo 2013

Lacrima, Penitente (Ex serva)



Lacrima
Questo è il profilo della zelante e devota penitente Sigmarita che sta cercando la gloria nell'eretica città di Marieburg. Per ora solo una sguattera ma sogna già di diventare un'assassina...




AC
AB
F
R
AG
INT
VOL
SIM
A
FE
BF
BR
M
PF
Iniziali
31
27
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40
30
31
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33
1
11
3
4
4
3(4)
Penitente
10

10
10
10
5
10
5

3








xx



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Attuali
31
27
35
50
35
31
32
38
1
11
3
5
4
4
  
Mestiere cuoca, borseggiare, leggere e scrivere, cercare, ciarlare, mercanteggiare, percepire, pettegolezzo, schivare, conoscenza comune impero, intimidire, parlare lingua Reikspiel, torturare, guarire.

Minacciosa, fortunata, udito acuto, galateo, riflessi fulminei.

Follia 2